" In realtà il Grande Corpo è ben al di là della polvere, chi potrebbe credere che esiste un mezzo per spolverarla? ".



( Dogen dal Fukanzazengi ).

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La Danzaterapia,ben distante da scopi di tipo tecnico, si presenta come momento di concentrazione,ricerca di nuovi stati di consapevolezza. Gli stimoli offerti favoriscono l' espressione creativa ,movimenti non dettati da schemi rigidi e ripetitivi,ma movimenti sempre nuovi e unici,perchè nascono dalla semplicità,dalla sensibilità individuale.E' movimento creativo,in cui ognuno può esprimere e affermare la propia originalità,la propia essenza,comunicando al di là delle parole,questo favorisce una comprensione di sè e dell'altro più ampia.Quindi un'attività che consente di recuperare o affinare competenze corporee ed espressive. Ma questo però non vuol dire che la tecnica debba essere abolita a priori. Personalmente durante gli incontri dedico spesso un pò di spazio alla ginnastica, allo stretching, movimenti, posizioni e seguenze tratte dalla tecnica di Danza Classica e Moderna. Avendo praticato per un pò di anni queste discipline, so che è importante.Questo ci permette di riprendere confidenza con il nostro corpo, con il suolo, lo spazio che ci circonda, di lavorare con il peso corporeo...La tecnica riesce a dare "una forma", una misura, a chi fa fatica a riconoscersi come corpo, o per chi vive in un propio mondo privato, creato per proteggersi dal contatto con la realtà. Inoltre la tecnica,i movimenti proposti ed eseguiti dai partecipanti,tutti insieme,permettono di sentirci parte di un gruppo,e spesso ci riportano al qui e ora.
"Talvolta l'attività creativa può essere anche negativa: in soggetti ansiosi,in casi di sovraeccitazione è più opportuno lavorare con la tecnica...la base tecnica serve per rassicurare la persona,per ampliare il suo vocabolario di movimento,soprattutto per decolpevolizzarla nell'uso di certe parti del corpo e per arricchirla di uno strumento atto a superare eventuali difficoltà a livello espressivo."
( Paola Vera D' Aragona ).
"... Vivono in un mondo evanescente...Sono capaci di realizzare splendide performance nelle improvvisazioni,visto che il loro essere è completamente assorbito dal principio creativo,ma ho più volte notato come delle correzioni tecniche sull'impostazione del corpo,o degli stimoli ritmici particolari e precisi,fossero più "centranti" per loro ".
( Elena Cerruto da "A ritmo di cuore la danza terapeutica " ed. xenia ) .
E comunque non possiamo generalizzare,partire con in mente un incontro o addirittura un intero percorso, una serie di "esercizi "già costruiti...è la persona che ci suggerirà cosa è più adatto in quel momento,anche ogni gruppo ha una propia identità. L'operatore in danzaterapia deve necessariamente aver vissuto su di sè i lavori che andrà a proporre,pur non trasformando la propia esperienza personale, e le esperienze "nel settore", in un limite...e mettere in conto che comunque gli incontri non corrisponderanno mai alle nostre egoiche aspettative .L' obiettivo non è tanto che l' individuo consolidi un ' io forte, prevedibile, ma piuttosto che egli diventi fluido, flessibile,sensibile e spontaneo...è un passaggio dalla stasi al processo, da una struttura rigida al flusso.Il movimento creativo dissolve e indebolisce la forma rigida del modello posturale (Schilder),danzando vi è un continuo mutamento da entità cristallizzate e compatte a stati di dissoluzione.
Ci avventuriamo in un luogo di imprevisti,un luogo in continuo mutamento,creativo .
Questa è Arte ,dove non esistono regole preconfezionate,ma piuttosto è necessario un atteggiamento di apertura nei confronti di nuove,inedite possibiltà,apertura alla libertà.E' un processo continuo,non c'è niente di concluso. Da questo punto di vista la verità oggettiva,preventivamente accettata,e quindi oggettivata (e i successivi paragoni ),è uno dei tanti veli dell' Essere .
Stà a noi creare le condizioni adatte per far sì che l'Arte svolga la propia funzione.
" C'è una grande differenza tra l'arte come terapia,con la quale una persona si sforza di scoprire la propia umanità,e l'arte come arte,che porta al di là dell'umanità,in una nuova sfera.La differenza consiste nel fatto che,in terapia,la tecnica e l'oggetto artistico non hanno importanza,dal momento che l'obiettivo qui perseguito è mettersi di nuovo in carreggiata.L'operazione terapeutica,in arte ,consiste nel riconciliare la persona con il propio Sè,farla tornare un essere umano in armonia col mondo.
" L'arte è un'armonia parallela alla natura "E se la persona non è ancora parallela alla natura,allora l'arte è solo una terapia per condurla a tal punto.
L'arte terapeutica,si potrebbe dire,cerca di aiutarci a "stare al passo".
( J. Campbell ).
L'arte è un' armonia parallela alla natura..l' arte porta al di là dell'umanità... Si ,ecco il grande potere dell'Arte .
"La possibilità di passare ripetutamente dall'uno all'altro mondo...costituisce la grande prerogativa del maestro. Il Danzatore cosmico,dice Nietzsche,non si appoggia su un unico punto ma gaio e leggero piroetta e passa da una posizione all'altra. " .
( J. Campbell da "L' eroe dai mille volti ") .
Da un cert punto in poi ci poniamo "al di là",si infrangono finte barriere ,e in questo ampio spazio dobbiamo saperci stare nel giusto modo e come artista e come terapeuta e come essere umano.
" Il senso della vita è l'estasi , noi viviamo questa esperienza grazie all'arte ".
( J. Campbell ).
Ed io voglio intedere l'estasi come un qualcosa non posto altrove,che ci trasporta chissà dove...l'estasi è qui ,è mutamento, ampliamento della consapevolezza .
"Il cammino verso la guarigione conduce sempre ad attraversare un punto estatico che non si lascia raggiungere con dei semplici giochi di ruolo e delle messe in atto...L'esperienza estatica della svolta si verifica in gesti spontanei e ,al tempo stesso,coscienti a livello sensibile nei quali si manifesta la saggezza del corpo ".
( Peter Schellenbaum da "Alzati dal lettino e cammina"ed Red ).
...e come artista, e come terapeuta e come essere umano...e come consapevolezza.

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